Otricoli (TR). Antica città di Ocriculum. Grandi sostruzioni

Otricoli (TR) - Antica Ocriculum - grandi sostruzioni - interno
Tipologia bene restaurato
Infrastruttura di consolidamento - Sostruzione
Regione
Umbria
Provincia
Terni
Comune
Otricoli
Localizzazione specifica
Area archeologica
Nome antico del sito
Ocriculum
Istituto-Ufficio competente
Soprintendenza per i Beni Archeologici dell'Umbria
Tipologia intervento
Restauro
Tipologia finanziamento
Fondi Arcus
Entità finanziamento
Euro 157.980,80
Anno/i campagna/e di restauro
2011
Responsabile di cantiere
Spartaco Capannelli
Responsabile scientifico
Luana Cenciaioli, Spartaco Capannelli
Datazione bene restaurato: DA
199 a.C. - 476 d.C.
Datazione bene restaurato: A

Descrizione

L’antico centro di Ocriculum, con i suoi trentasei ettari di estensione, rappresenta una delle zone archeologiche più importanti dell’Umbria, situata in passato nella Regio VI augustea. L’insediamento svolgeva una funzione strategica come luogo di confine fra l’Umbria e la Sabina rappresentando il punto di scambio fra la viabilità fluviale e quella terrestre lungo la Via Flaminia.

Tutti i monumenti archeologici messi in luce nel passato, ed oggi visitabili, sono pertinenti ad edifici pubblici costruiti in un arco temporale che va dalla tarda età repubblicana alla media età imperiale, distribuiti lungo la Flaminia.

Tra gli edifici conservati dell’antica Ocriculum spicca la” grande sostruzione”, la cui estensione in lunghezza supera gli ottanta metri.Tale complesso fu probabilmente costruito con lo scopo di contenere il terreno che scendeva con uno scosceso pendio verso il Rio San Vittore e nel contempo fu utilizzata l’area pianeggiante creata a monte per realizzare un fronte monumentale verso Roma (fig.1).

Otricoli (TR) - Antica Ocriculum - grandi sostruzioni - veduta del cantiere di restauro 

 

fig. 1. Otricoli (TR) Vista delle “grandi sostruzioni”

 

 

Il manufatto è costituito da un doppio ordine di tredici ambienti coperti con volte a botte; quelli superiori presentano setti murari in opus reticulatum ed erano intonacati; le volte di copertura sono realizzate in calcestruzzo. Gli ambienti dei piani inferiori hanno le stesse dimensioni di quelli superiori, ma i paramenti murari sono realizzati usando come materiale da costruzione blocchetti di tufo irregolari (opus incertum).

Gli ambienti superiori delle grandi sostruzioni, oggi visitabili, risultano comunicanti fra di loro attraverso aperture allineate su di uno stesso asse, realizzate con archi a tutto sesto.

Il bene archeologico costituisce un documento della storia materiale dell’umanità, anche se nei secoli ha subito processi di alterazione e frammentazione, tali da farlo oggi apparire incompleto e modificato rispetto alla forma originaria.

La vulnerabilità di un manufatto archeologico consiste nella sua predisposizione ad essere danneggiato o dal suo stesso stato di degrado o da un possibile evento ambientale o antropico.

Questa vulnerabilità si aggrava per i ruderi archeologici in quanto i paramenti murari ruderizzati sono particolarmente sensibili al dilavamento delle acque meteoriche, all’azione corrosiva del vento, all’azione infestante della vegetazione e alla presenza di micro e macro organismi.

Per procedere al restauro delle grandi sostruzioni si è preliminarmente tenuto conto dell’alta vocazione culturale e del cospicuo valore paesaggistico, naturalistico e ambientale del sito.

L’analisi delle strutture nella loro consistenza materica e dimensionale si è sviluppata attraverso approfondite indagini e rilievi grafici con laser scanner.

Sulla base di questi dati è stato possibile indagare la complessità del manufatto archeologico individuandone le problematiche di ordine statico oltre a quelle di restauro.

Per le analisi delle superfici corticali il progettista si è avvalso di rilievi in ortofotopiano oltre a numerose prese fotografiche acquisite nei diversi sopralluoghi effettuati.

Le superfici murarie delle sostruzioni conservano ampie tracce di intonaco che nel passato ricoprivano tutti i setti; nelle zone in cui la superficie di intonaco è mancante restano visibili i paramenti murari in opus reticulatum , mentre le volte di copertura sono realizzate in getto di calcestruzzo.

L’analisi dello stato di conservazione ha evidenziato la perdita di ampie porzioni di paramento murario, con vaste aree in cui si sono perdute le volte di copertura. Particolarmente esteso è il degrado delle malte, dovuto agli agenti atmosferici e agli attacchi di natura vegetale con erbe ed arbusti infestanti.

La perdita dei paramenti è da ricondurre prevalentemente a cause individuabili nei dissesti strutturali e nella penetrazione di acqua sia per infiltrazione che per capillarità all’interno dei setti murari.

I paramenti in opus reticulatum mostrano diversi fenomeni di degrado: in molte parti le superfici sono ben conservate, mentre in altre zone si osserva un cattivo stato di conservazione con erosioni e depositi superficiali.

L’erosione delle malte, congiuntamente a fenomeni erosivi e disgregativi, ha provocato una parziale caduta dei cubilia oltre a porzioni estese del nucleo murario.

Su tutte le strutture murarie, oltre ai vari dissesti, proliferano vegetazioni spontanee sia erbacee che arbustive, favorendo la creazione di un microclima molto dannoso per la conservazione dei materiali lapidei.

In base ai dati acquisiti, si è proceduto con una serie di operazioni di consolidamento strutturale oltre alla conservazione delle superfici murarie, per garantire l’arresto dei processi di degrado con la ricostituzione di uno schema statico solido.

Gli interventi realizzati sono stati finalizzati al raggiungimento di un adeguato livello di sicurezza, tenuto conto dei principi generali che riguardano la tutela e la conservazione, con bassa invasività ed eventuale reversibilità.

L’analisi statica dei cinematismi in atto ha evidenziato la necessità di intervenire sia per contrastare le spinte orizzontali delle volte che per ricostruire gli spessori murari dei setti, le cui sezioni resistenti risultano eccessivamente ridotte a causa dei processi erosivi in corso.

Per le superfici corticali delle murature si è proceduto alla rimozione dei cumuli di terreno e detriti che le occludevano, effettuando di seguito operazioni di rimozione delle erbe e delle vegetazioni infestanti, integrazione delle malte nei nuclei murari, stuccatura delle piccole lesioni e protezione delle creste murarie esposte.

La priorità nelle opere di consolidamento ha riguardato l’inserimento di tirantature metalliche con la posa in opera di catene filettate agli estremi, per garantire in futuro la salvaguardia delle attuali murature.

L’intervento di consolidamento è stato seguito dal risanamento delle murature, effettuato con iniezioni di malta a sutura delle lesioni, mentre per le integrazioni murarie si è usato materiale di reimpiego, recuperato durante le operazioni di rimozione del terreno all’interno degli ambienti voltati.

Tutte le operazioni di stuccatura e integrazione sono state eseguite dopo aver effettuato apposite campionature, sotto il controllo della direzione lavori, sulle lesioni di media entità. Al fine di ristabilire la continuità della muratura sono state effettuate delle iniezioni localizzate con miscele di malte appropriate.

Otricoli (TR) - Antica Ocriculum - grandi sostruzioni - internoSulle aperture di collegamento tra gli ambienti, dove erano consistenti le mancanze di porzioni di parti murarie, sia sui piedritti che negli archi a tutto sesto, si è eseguito un rifacimento degli stessi elementi con un getto in “calcestruzzo romano” . L’intervento progettuale è stato improntato alla semplice ricostruzione della geometria e della funzione statica degli archi a tutto sesto.

L’aspetto finale dell’integrazione evita la proposizione di arbitrarie soluzioni stilistiche o tipologiche, non supportabili, allo stato attuale, da sufficienti ed esaustive certezze scientifiche (fig.2).

 

 

fig.2. Otricoli (TR), “grandi sostruzioni”, interno degli ambienti voltati, dopo il restauro

 

 

 

 

 

 

Bibliografia

  • C. Pietrangeli, Ocriculum, 1943
  • C. Pietrangeli, Un lembo dell’Umbria alle porte del Tevere, Narni 1978
  • L. Cenciaioli, Ocriculum. Guida ai monumenti della città antica, Umbertide (PG), 2000, pp. 10-11.
  • L. Cenciaioli, Il territorio di Otricoli tra Umbri e Sabini, in «AnnFaina», 2001, 8, pp. 293-318.
  • L. Cenciaioli (a cura di), Un museo per Otricoli. L’Antiquarium di Casale San Fulgenzio, Perugia, Fabbri, 2006.
  • L. Cenciaioli, Otricoli. Nuove ricerche e recenti acquisizioni della Soprintendenza per i Beni Archeologici dell’Umbria, in F. Coarelli e H. Patterson (a cura di), Mercator placidissimus, 2008, pp. 811-836.
  • L. Cenciaioli, Il Tevere a Otricoli.Gli aspetti archeologici in, Il Tevere a Otricoli , vita e fede sulle rive del fiume, a cura di M. Rossi Caponeri e E. David, 2012, pp.21-32.