Gallicano nel Lazio (RM). Tagliata di Santa Maria di Cavamonte
- Tipologia bene restaurato
- Infrastruttura viaria - Tagliata
- Regione
- Lazio
- Provincia
- Roma
- Comune
- Gallicano nel Lazio
- Localizzazione specifica
- Santa Maria di Cavamonte
- Istituto-Ufficio competente
- Soprintendenza per i Beni Archeologici del Lazio
- Tipologia intervento
- Pronto Intervento
- Tipologia finanziamento
- Fondi della Provincia di Roma
- Anno/i campagna/e di restauro
- 2011
- Responsabile di cantiere
- Ufficio Tecnico della Provincia di Roma
- Responsabile scientifico
- Zaccaria Mari, Sergio Sgalambro
- Datazione bene restaurato: DA
- 199 a.C. - 476 d.C.
- Datazione bene restaurato: A
Descrizione
La Tagliata di S. Maria di Cavamonte, caratterizzata da una incisione del banco di tufo alta oltre 10 metri, si sviluppa lungo il tracciato dell’antica Via Praenestina. Accanto al percorso di epoca romana corre la strada provinciale moderna e questa coesistenza ha indotto il settore viabilità della Provincia di Roma ad effettuare un pronto intervento, volto a scongiurare il pericolo di distacchi del banco di tufo, in più punti deteriorato anche a causa della vegetazione fitta e infestante.
Già nell’anno 2010 erano stati eseguiti importanti lavori di scavo e ripulitura sulla via Praenestina antica, con lo scopo di sistemare il basolato.
L’intervento effettuato nel 2011 ha invece interessato il versante Nord del banco di tufo, lungo il quale sono presenti diverse emergenze archeologiche. Tra le più rilevanti vi sono due pozzi di acquedotto e soprattutto una tomba a camera, con esedra antistante, scavata nella struttura tufacea.
L’intervento di restauro e messa in sicurezza è consistito principalmente nella ripulitura della parete di tufo dalla vegetazione infestante e quindi nella predisposizione di un sistema di reti metalliche opportunamente ancorate al banco tufaceo tramite perforazioni armate, in modo tale da consentire la tenuta strutturale della roccia e impedire il potenziale distacco di parti disgregate.
Nell’ambito di questa metodologia di intervento sono state salvaguardate le esigenze conservative delle emergenze archeologiche, che sono state preservate dall’essere inglobate nelle reti sia in ragione del migliore stato conservativo (la parti degradate interessavano prevalentemente le zone disomogenee del banco di tufo laddove non c’erano presenze archeologiche), sia in ragione della loro stessa importanza monumentale che ha imposto una specifica ricerca metodologica alternativa.
Infatti per quanto riguarda la tomba con esedra sono stati realizzati una pulitura accurata dell’area antistante il dromos, un diserbo approfondito dell’esedra in opera quadrata e un rinforzo della parete stessa, mediante la costruzione di una muratura con la funzione di presidio statico, per sopperire al mancato sostegno dei grossi blocchi tufacei posti al di sopra dell’ingresso della sepoltura.
Sergio Sgalambro
Documentazione grafica: Arch. Giulio Carconi
Bibliografia
- Z. Mari, Guida al paesaggio antico di Gallicano nel Lazio, Pescara 2008, pp. 12-16.
- Z. Mari, Interventi di tutela e recupero nel territorio di Gallicano nel Lazio (Roma), in Lazio e Sabina 6 (Atti del Convegno “Sesto Incontro di Studi sul Lazio e la Sabina, Roma, 4-6 marzo 2009), a cura di G. Ghini, Roma 2010, pp. 355-358.
- IGM F. 150, Colonna, I S.O.