Roma (RM). Lavori di restauro di manufatti tessili peruviani precolombiani appartenenti alle collezioni americane
- Tipologia bene restaurato
- Arredi - Tessili e tappeti
- Regione
- Lazio
- Provincia
- Roma
- Comune
- Roma
- Localizzazione specifica
- Soprintendenza al Museo Nazionale Preistorico Etnografico “L. Pigorini” - Esposizione sala Area Andina/ Deposito oggetti Americani
- Istituto-Ufficio competente
- Soprintendenza al Museo Nazionale Preistorico Etnografico "L. Pigorini"
- Tipologia intervento
- Restauro
- Tipologia finanziamento
- Programmazione Ordinaria MiBAC 2010
- Entità finanziamento
- Euro 30.000,00
- Anno/i campagna/e di restauro
- 2011
- Responsabile di cantiere
- Maria Francesca Quarato
- Responsabile scientifico
- Luciana Rossi
- Datazione bene restaurato: DA
- 899 a.C. - 200 a.C.
- Datazione bene restaurato: A
- 477 d.C. - 1492
Descrizione
I manufatti precolombiani sono testimonianza di antichi sistemi di tessitura, di ricamo di cucitura e di decorazione, tecniche che costituiscono un modello, mai tramontato, della manifattura tessile in area peruviana di epoca precolombiana. Sono stati restaurati 39 reperti tessili provenienti esclusivamente da contesti funerari; la selezione è stata operata per illustrare in modo completo ed esaustivo il saper fare di questi popoli così lontani nello spazio e nel tempo e rappresentare la raffinata arte della tessitura che ha contraddistinto tali antiche civiltà.
I tessuti, di alta qualità tecnica e decorativa (figg. 1-2), esemplificano un ampio ventaglio di tecniche tessili: dalla semplice tela (bilanciata, a faccia di ordito, a faccia di trama), alla garza (orditi incrociati tra loro al passaggio della trama), all’arazzo (figg. 3-4) (a trama di fondo; a garza di fondo, a stacco, incastro, allacciatura) in tutte le sue varianti: a fessure; a dente, a “coda di rondine”; a tele broccate o lanciate; ai tubolari a maglia rasata e a trame supplementari (a trama avvolta fuori dal disegno (wrapped outline weft); a trame eccentriche, anche diagonali; a trame che slegano sul retro (underfloat weft), passanti cioè da un’area di disegno all’altra, sul rovescio) che creano ricami realizzati con filati di natura diversa.
Fig 1 Frammento di tessuto ad arazzo tecnica broccata prima dell’intervento di restauro
Fig 2 Frammento di tessuto ad arazzo tecnica broccata dopo l’intervento di restauro
Fig. 3 Frammento di tessuto ad arazzo in lana e lino, prima e dopo il restauro
Fig. 4 Frammento di tessuto ad arazzo a fessure in lana e lino, prima e dopo il restauro
Le fibre impiegate nella confezione dei tessuti sono il cotone amerindiano (Gossipium barbadense) e il pelo degli auchenidi (lama, alpaca e vigogna). Il primo ha una ridotta gamma di colori che va dal bianco al bruno; il pelo di lama, più ruvido, è di colore bianco, caffè e nero; mentre, quello di alpaca, più morbido e setoso, possiede quattordici tinte naturali che vanno dal bianco al nero passando per una vasta gamma di rossi-brunastri, marroni, gialli e grigi.
I manufatti tessili restaurati sono stati inseriti nell’esposizione permanente dedicata alle Aree Andine ed in particolare al Perù precolombiano, per presentare la cultura degli antichi popoli sia attraverso le tecniche ed i materiali impiegati, sia attraverso il messaggio iconografico contenuto: dalle attività quotidiane alla religione, dalla società ai riti funerari, in un’eccezionale ampiezza di tecniche e di temi (figg. 5-8).
Fig 5 Maschera lignea funeraria con fasce copricapo realizzate con varie tecniche di tessitura– fronte prima del restauro
Fig 6 Maschera lignea funeraria con fasce copricapo realizzate con varie tecniche di tessitura– retro prima del restauro
Fig. 7 Maschera lignea funeraria con fasce copricapo realizzate con varie tecniche di tessitura– fronte dopo il restauro
Fig. 8 Maschera lignea funeraria con fasce copricapo realizzate con varie tecniche di tessitura– retro dopo il restauro
L’intervento ha rappresentato una fase indispensabile per evitare un ulteriore degrado dei materiali costitutivi e per consentire una corretta esposizione dei reperti; esso è consistito essenzialmente in operazioni di pulitura, risarcimento di lacerazioni e lacune, posizionamento e consolidamento delle armature, lavorazioni di fissaggio a cucito, estremamente delicate e complesse accresciute dalle difficoltà legate ai rischi della presenza di substrati molto indeboliti e degradati, quasi tutti i reperti sono stati montati su appositi supporti espositivi progettati e realizzati nelle forme e nei materiali compatibili con le esigenze e le problematiche conservative di ciascun manufatto.