Ascea Marina (SA). Scavo del santuario

Velia: vano MK9
Tipologia bene scavato
Struttura per il culto
Regione / Stato estero
Campania
Provincia
Salerno
Comune
Ascea Marina
Localizzazione specifica
Velia, Crinale centrale
Nome antico del sito
Elea
Coordinate geografiche
N40.161823 E15.16106
Istituto-ufficio competente
Soprintendenza per i Beni Archeologici di Salerno, Avellino, Benevento e Caserta
Tipologia scavo
Concessione
Concessionario
Universitat Wien (Università di Vienna)
Sponsor
Universitat Wien (Università di Vienna)
Tipologia finanziamento
Fondi privati
Entità finanziamento
Euro 95.000,00 (tre anni)
Anno campagna di scavo
2011-2013
Responsabile di cantiere
Verena Gassner
Responsabile scientifico
Verena Gassner
Datazione bene scavato: DA
899 a.C. - 200 a.C.
Datazione bene scavato: A

Descrizione campagne

2010 - I lavori sono stati finalizzati all'esplorazione delle aree sacre disposte sul crinale di Velia, concentrandosi in particolare sull'attività di pulizia e documentazione dell'area sacra n. 3, il cd. santuario ipetrale, per definire meglio il tipo planimetrico del santuario e delle possibili fasi dell'impianto. Quest'area sacra, situata fra le torri A8 e A7, rappresenta uno dei santuari più piccoli del crinale, conservato purtroppo in condizioni talmente pessime da renderne difficile la lettura.

Il santuario con le misure di 17,5 × 12,8 m ha come delimitazione settentrionale la cortina della fortificazione, il cd. tratto A, e si estende su due livelli. La parte superiore consiste di uno spiazzo scoperto (vano 2) con una pavimentazione in mattoni velini, conservata soltanto in pochissimi punti. Il suo lato SO è occupato da un piccolo vano (vano 1, misure di 6,8 × 4,2 m) il quale si apre con ogni probabilità sullo spiazzo. Il vano era probabilmente attrezzato con un tetto, fatto da tegole importate dal golfo di Napoli, trovate sparse in tutta l'area del santuario. Data la scarsità dei resti, rimane incerto se sia da interpretare come edificio sacro, ma la sua tipologia senz'altro riflette quella dei cd. oikoi. Nello spiazzo stesso due basi incorporate in una nicchia della cortina attirano l'attenzione per la loro posizione strana. Mancano invece indici per un altare, la posizione del quale è da assumere con ogni probabilità accanto alle basi secondo il modello del santuario n. 7. Il cortile si apre verso NE con un propylon, costituito da due nicchie laterali e una soglia, formata da due grandi blocchi d'arenaria. Lo spazio rituale dell'area sacra è completato da una colonna votiva su una base quadrangolare nell'area antistante al propylon.

Sul livello inferiore si trova un altro grande vano (vano 3). La situazione attuale viene caratterizzata dal forte dislivello del pendio di quasi un metro che necessitava la formazione della delimitazione SE come muro di terrazzamento con un spessore di 0,75 m. Dato le misure grandi del vano, ma anche la tecnica edilizia del muro che separa il vano 3 dallo spiazzo le quali non permettono la ricostruzione di un muro portante, proponiamo la ricostruzione del vano 3 piuttosto come terrazzo e non come sala chiusa.

Per stabilire la cronologia di quest'area sacra ci mancano purtroppo reperti diagnostici. Sia la tipologia del santuario, sia l'uso di tegole con una provenienza dal golfo di Napoli lasciano ipotizzare però una data nel III sec. a.C. o dopo.
 

2011 - Scavi finalizzati all'esplorazione delle aree sacre disposte sul crinale di Velia, in particolare sulla zona della c.d. terrazza di Zeus (area sacra n. 8) e l'area soprastante (area sacra n. 9).

Gli scavi hanno mirato all'esplorazione della parte occidentale dell'area n. 9 ed a chiarire l'andamento e le fasi dell'area sacra n. 8. Nell'area scara n. 9 sono stati portate alla luce fondazioni di alcuni vani da interpretare forse come piccoli edifici di culto. Alcuni indizi, tra cui il differente orientamento, lasciano ipotizzare che siano stati eretti in almeno due fasi fra la seconda metà del III e l'inizio del I secolo a.C.

Nell'area sacra n. 8 i lavori si sono focalizzati sull'analisi e scavo del muro di contenimento del lato E della terrazza n. 8.

Del muro è conservato un filare di blocchi nella parte meridionale, per ricostruirne l'andamento sono state individuate le tracce di lavorazione nella roccia. In un tratto del lato N sono percepibili due differenti linee di andamento del muro che probabilmente rappresentano due fasi diverse.

Bibliografia / Cartografia

  • G. Greco (a cura di), Elea-Velia. Le nuove ricerche, Atti del Convegno di Studi, Napoli 14 dicembre 2001, Quaderni del Centro Studi Magna Grecia. 1, Università degli Studi di Napoli Federico II, Pozzuoli 2003
  • A. Hermary, Les naiskoi votifs de Marseille, Et. Mass. 6, Aix-en-Provence 2000, pp. 119-133
  • A. Hermary, De la Mère des Dieux à Cybèle et Artémis: les ambiguïtés de l'iconographie grecque archaïque, in άγαθός δαίμων. Mythes et Cultes. ètudes d'Iconographie en l'honneur de Lilly Kahil, Suppl. BCH 38, Paris 2000, pp. 193-203
  • G. Tocco Sciarelli (a cura di), La cinta fortificata di Velia e le aree sacre. Relazione preliminare, con contributi di G. Bisogno - V. Gassner - F. Krinzinger - M. Ladurner - D. Svoboda - A. Sokolicek - M. Trapichler - L. Vecchio - M. Viscione, Verona 2009
  • J. de la Genière, La Megale Meter a Velia?, in G. Greco (a cura di), Elea-Velia. Le nuove ricerche, Atti del Convegno di Studi, Napoli 14 dicembre 2001, Quaderni del Centro Studi Magna Grecia. 1, Università degli Studi di Napoli Federico II, Pozzuoli 2003, pp. 63-68