Tarquinia (VT). La necropoli villanoviana di Villa Bruschi Falgari

Tarquinia_Lo scavo 1998 nella parte meridionale della necropoli all’esterno della villa
Tipologia bene scavato
Area ad uso funerario - Necropoli
Regione / Stato estero
Lazio
Provincia
Viterbo
Comune
Tarquinia
Localizzazione specifica
Villa Bruschi Falgari
Istituto-ufficio competente
Soprintendenza per i Beni Archeologici dell'Etruria Meridionale
Tipologia scavo
Conduzione diretta
Tipologia finanziamento
Fondi ordinari MiBAC
Entità finanziamento
Euro 225.000,00
Anno campagna di scavo
1998, 2000, 2001, 2003, 2004, 2009
Responsabile di cantiere
Barbara Barbaro, Daniela De Angelis
Responsabile scientifico
Flavia Trucco
Datazione bene scavato: DA
899 a.C. - 200 a.C.
Datazione bene scavato: A

Descrizione campagne

La necropoli, oggi alla periferia della moderna cittadina di Tarquinia, si trova ai piedi del versante centro meridionale dell'altura dei Monterozzi, colle che diverrà sede della grande necropoli etrusca,  breve distanza dall'area abitativa individuata in loc. Infernaccio (in prossimità del tumulo Luzi) poco più a monte del sepolcreto, insediamento satellite del grande centro protourbano presumibilmente attivo per parte della prima fase dell'età del ferro.

Lo scavo 1998 nella parte meridionale della necropoli all’esterno della villa

Essa costituisce un rinvenimento eccezionale per la buona conservazione dei corredi e per le testimonianze di rituali complessi che permettono di ampliare in profondità le conoscenze sulle caratteristiche socio-economiche e culturali della comunità cui si deve la fondazione di Tarquinia etrusca.

Le ricerche, iniziate nel 1998 a seguito di lavori di adeguamento della viabilità provinciale, interrotte nel 2004 per carenza di fondi, sono state portate a termine nel 2009.

È dunque ora possibile una quantificazione definitiva di quanto conservato. Dopo 6 campagne di scavo le tombe individuate sono 252, 246 delle quali (239 incinerazioni e 7 ad inumazione) riferibili alla fase iniziale non evoluta della prima età del ferro (Fe 1A e B).

La necropoli fu infatti utilizzata per alcune generazioni nel periodo iniziale della prima età del ferro (tra il 950 e il 850 a. C. secondo la nuova cronologia; nel IX sec. a.C. secondo le date convenzionali); due sole tombe, entrambe femminili ad inumazione in fossa, ricadono nella fase 2A (prima metà dell'VIII sec. a.C.). Sei deposizioni in fossa o in cassa di lastre litiche attestano un limitato riutilizzo dell'area sepolcrale nell'Orientalizzante (fine VIII - prima metà del VII sec. a.C.).

In 29 tombe l'ossuario era collocato, prevalentemente in posizione verticale, all'interno di un contenitore litico, quasi sempre di nenfro, costituito in 3 casi da una cassa rettangolare e in 26 da una custodia cilindro ovoide, una delle quali con coperchio configurato a tetto di capanna.

Le tombe coprono una stretta fascia di terreno, lunga circa 75 m e larga in media 12 m, fino ad un massimo di 14 m, che si assottiglia alle due estremità. Originariamente il sepolcreto doveva occupare un'area di circa 700 mq che poteva aver accolto circa 330-350 tombe, oggi solo in parte conservate.

Il numero delle tombe parzialmente o totalmente violate è purtroppo assai elevato; se nel terreno all'esterno della villa esse erano soltanto 11 (e la spoliazione in un terzo dei casi era contemporanea all'ultimo periodo d'uso della necropoli), ben più grave è la situazione nel terreno all'interno del muro di recinzione dove, oltre ad interventi moderni forse da collegare alla costruzione della villa, sono emerse una serie di fosse, purtroppo molto recenti, appositamente realizzate per intercettare le sepolture. Sono quindi in totale 75 le tombe incomplete individuate, 30 delle quali del tutto vuote (di queste 28 sono incinerazioni e 2 inumazioni), portando così a 216 il totale delle tombe della prima età del ferro di cui è stato possibile recuperare almeno in parte il corredo.

Le ricerche condotte in questi anni hanno previsto anche la realizzazione di analisi radiocarboniche con il metodo AMS su 15 campioni, sia inumati che incinerati, solo parzialmente edite, al fine di portare un contributo al tutt'ora aperto dibattito sulla cronologia assoluta della prima età del ferro italiana.

Fin dalla fase di scavo il progetto di ricerca a Villa Bruschi Falgari ha previsto la collaborazione di diverse competenze scientifiche, tra le quali fondamentale è stata ovviamente quella dell'antropologo, che ha effettuato il rilevamento di tutte le informazioni utili alla ricostruzione delle condizioni di vita e dello stato di salute della comunità i cui membri sono stati seppelliti nella necropoli. In particolare sono stati presi in considerazione gli indicatori demografici (determinazione dell'età alla morte e diagnosi del sesso) e quelli paleopatologici, nell'intento di ricostruire il profilo demografico e lo stato di salute del campione, nonché di ottenere informazioni circa l'attività fisica svolta dagli individui.

La parte settentrionale della necropoli

Pozzetto inferiore nella tomba 123

Bibliografia / Cartografia

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Link esterno

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