Biccari (FG). Tertiveri

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Tipologia bene scavato
Insediamento - Complesso episcopale
Regione / Stato estero
Puglia
Provincia
Foggia
Comune
Biccari
Localizzazione specifica
Tertiveri
Coordinate geografiche
41°26'31" N, 15°12'23" E
Istituto-ufficio competente
Soprintendenza per i Beni Archeologici della Puglia
Tipologia scavo
Concessione
Concessionario
Istituto Storico Germanico di Roma
Anno campagna di scavo
2011
Responsabile scientifico
Lukas Clemens, Michael Matheus, Italo M. Muntoni
Datazione bene scavato: DA
477 d.C. - 1492
Datazione bene scavato: A
477 d.C. - 1492

Descrizione campagne

Tertiveri (la medievale Tortiboli) era una delle sedi suffraganee dell'arcivescovato di Benevento, eretto da papa Giovanni XIII nel 969 e consolidatosi poi nel corso dell'XI secolo. Il dato più antico sull'esistenza ivi della sede vescovile risale ad una bolla di papa Stefano IX del 1058, con la quale viene riordinata la diocesi metropolitana. L'importanza della sede vescovile di Tertiveri non raggiunse chiaramente nel XIII secolo quella di Castel Fiorentino: nell'ottobre 1236 papa Gregorio IX autorizzò appunto il vescovo a trasferirsi dopo la sua elezione canonica a Castel Fiorentino. Probabilmente durante il XIII secolo la sede vescovile venne abbandonata e nel XV il vescovato di Tertiveri venne formalmente unito a quello di Lucera.

Un aspetto caratterizzante il sito è costituito dall'insediamento verso la fine del XIII secolo di un gruppo di Musulmani: in particolare nel 1296 il cavaliere musulmano Abd al-Aziz (Abdelasius o varianti) de Luceria ottenne in forma feudale, come vitalizio per i suoi servigi militari sotto Carlo II, il tenimentum di Tertiveri con la concessione che nell'area non potessero abitare né essere ex-novo insediati cristiani. L'insediamento del dominus musulmano determinò una serie di contrasti, sopratutto per le imposte e i diritti di pascolo, con le locali potestà cristiane, finché nel 1300 i diritti su Tertiveri furono nuovamente conferiti ad un cristiano, il cavaliere Johannes Pipinus de Barolo. Successivamente, per non perdere gli altri suoi patrimoni, Abd al-Aziz si convertì al Cristianesimo con il nome di Nicolaus.

Le ricerche archeologiche nella piccola città vescovile di Tertiveri sono state svolte nel settembre 2011 in regime di concessione di scavo dall’Istituto Storico Germanico di Roma in collaborazione con l’Università degli Studi di Treviri. Alla luce dei risultati conseguiti nel 2011 la Soprintendenza per i Beni Archeologici della Puglia ha ritenuto di assumere nel prosieguo delle attività la Direzione scientifica dell'intervento che si svolgerà nel 2012 in collaborazione con l'ISG di Roma e l'Università di Treviri. Nell'area dove è attualmente visibile e parzialmente conservata solo una casa-torre (fig. 1), sono state prima effettuate nel 2008-‘09 indagini geomagnetiche e georadar non invasive, a cura della Christian-Albrecht Universität di Kiel, che hanno permesso di ben dettagliare l’articolazione topografica del sito esteso, su un'area di 7 ettari, e di individuare numerose strutture, tra cui alcuni impianti difensivi e la presumibile chiesa episcopale a tre navate con chiusura absidale della navata centrale, orientata a nord-est e con dimensioni di ca. 27 m di lunghezza e 12 m di larghezza.

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Fig. 1 - Foto aerea con, al centro, la casa-torre ancora parzialmente conservata e, a sin., la struttura abbastanza riconoscibile della cattedrale, come meglio definita dalle prospezioni geofisiche, e la localizzazione del saggio di scavo 2011.

I primi saggi di scavo 2011, per un'estensione di 55 mq, hanno interessato l'angolo sud orientale della cattedrale (fig. 2), nel punto in cui fu impostato un muro di fortificazione (US 100) dotato, a ca. 50 m di distanza, di una torre semicircolare.

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Fig. 2 - Il saggio di scavo che ha interessato l'angolo sud orientale della cattedrale con, a ridosso della parete esterna, la struttura in muratura con, al centro, la tomba indagata.

Sulla facciata esterna della chiesa è stato individuato un annesso più tardo al centro del quale è presente una fossa sepolcrale (US 105). Accuratamente indagata e delle dimensioni di 2 m di larghezza, 0,6 m di larghezza e 1 m di profondità, ha evidenziato la presenza di cinque deposizioni in posto, poste una sull'altra, oltre a resti in giacitura secondaria per un numero minimo totale di 13 individui adulti (di cui 9 di sesso maschile e 4 di sesso femminile) e di 6 bambini.

L'inumato più antico (US 105_013), un uomo di 70-80 anni d'età alla morte, è presumibilmente da identificarsi con un vescovo (fig. 3) per la presenza di un pastorale di cui sono stati recuperati, oltre al puntale in ferro, il riccio (fig. 4), a semplice spirale desinente in un drago, ed il nodo (fig. 5), con fine decorazione a cerchielli e puntini, entrambi in avorio, attribuibili a maestranze siculo-arabe ed inquadrabili tra la seconda metà del XII e gli inizi del XIII secolo.

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Fig. 3 - Fotorestituzione della deposizione più antica, alla base della struttura sepolcrale, pertinente ad un vescovo, di 70-80 anni d'età alla morte, con il pastorale in avorio deposto accanto al capo.

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Fig. 4 - Particolare del riccio a semplice spirale desinente in un drago.

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Fig. 5 - Particolare del nodo con la fine decorazione a cerchielli e puntini.

Tale inquadramento è stato confermato dalla datazione assoluta dell’inumato risalente tra la fine del XII e la prima metà del XIII secolo.

Lukas Clemens, Michael Matheus, Italo M. Muntoni

Bibliografia / Cartografia

  • L.Clemens, Tertiveri, www.fastionline.org, 2011.
  • L. Clemens, M. Matheus, Christen und Muslime in der Capitanata im 13.Jahrhundert, in “Quellen und Forschungen aus Italienischen Archiven und Bibliotheken 88, 2008, pp. 82-110.
  • L. Clemens, M. Matheus, Musulmani e provenzali in Capitanata nel XIII secolo. I primi risultati di un progetto internazionale e interdisciplinare, in P. Favia, H. Houben, K. Toomaspoeg (a cura di), Federico II e i cavalieri teutonici in Capitanata. Recenti ricerche storiche e archeologiche, Atti del Convegno internazionale (Foggia-Lucera-Pietramontecorvino, 10-13 giugno 2009), Mario Congedo Editore: Galatina 2012, pp. 369-404.