San Giovanni Incarico (FR). Scavo del criptoportico repubblicano
- Tipologia bene scavato
- Infrastruttura di consolidamento - Criptoportico
- Regione / Stato estero
- Lazio
- Provincia
- Frosinone
- Comune
- San Giovanni Incarico
- Localizzazione specifica
- La Civita
- Nome antico del sito
- Fabrateria Nova
- Coordinate geografiche
- 41° 31' 6.5496" N, 13° 33' 17.1612" E
- Istituto-ufficio competente
- Soprintendenza per i Beni Archeologici del Lazio
- Tipologia scavo
- Conduzione diretta
- Tipologia finanziamento
- Programmazione ordinaria 2010
- Entità finanziamento
- Euro 100.000,00
- Anno campagna di scavo
- 2011
- Responsabile di cantiere
- Gianluca De Rosa, Sara Marandola
- Responsabile scientifico
- Alessandro Betori
- Datazione bene scavato: DA
- 199 a.C. - 476 d.C.
- Datazione bene scavato: A
Descrizione campagne
2011
Il grandioso edificio convenzionalmente noto come criptoportico repubblicano, posto all'estremità orientale del terrazzo fluviale delimitato dal fiume Liri sul quale venne dedotta la colonia romana di Fabrateria Nova ad un anno dalla distruzione della vicina Fregellae (124 a.C.), ha richiamato per tempo l'attenzione degli studiosi, essendo rimasto visibile insieme a pochi altri nuclei monumentali, quali i resti dell'anfiteatro e di un complesso termale pubblico su terreni intensamente sfruttati dal punto di vista agricolo in età moderna. I resti emergenti dal piano di campagna, estesi per una lunghezza di circa 80 m in senso N/S a marcare e sostruire un salto di quota fra lo spazio urbano e le sponde del fiume, non si prestavano che ad una interpretazione funzionale o al più architettonica. La ripresa delle indagini sulla antica città, frutto di una collaborazione tra Soprintendenza, Istituto Archeologico Germanico di Roma ed Università degli Studi di Cassino e del Salento, ha consentito da un lato la contestualizzazione dell'edificio nell'organismo cittadino, dall'altro di indagarne la terminazione settentrionale.
Le indagini geognostiche compiute per conto dell'Istituto Archeologico Germanico nel 2007 hanno dimostrato come il criptoportico fungesse in primo luogo da limite verso il fiume di un monumentale complesso costituito da un quadriportico delimitante un'estesa piazza avente come fulcro un complesso di edifici, che le ricerche compiute a partire dal 2009 indicano quali edifici di culto. La circostanza del rinvenimento di una dedica dioclezianea a Giove Ottimo Massimo rende suggestiva l'ipotesi che si trattasse di un Capitolium tripartito, poiché sul lato occidentale del tempio maggiore si dispongono due tempietti accostati, apparentemente dello stesso orizzonte cronologico, da situarsi nei primi decenni di vita della città. Tornando al criptoportico, esso è stato indagato negli anni 2007 e 2008 dalla missione dell'Università degli Studi di Cassino. Oltre a mettere in luce l'attacco del braccio settentrionale del quadriportico, ridotto alle sole fondazioni, gli scavi hanno consentito di mettere in luce uno degli accessi al criptoportico, posto in corrispondenza dello spigolo nord/occidentale dell'edificio, del quale si è potuta definitivamente riconoscere la forma architettonica di galleria interrata a monte e coperta da una poderosa volta a botte. Proprio il rinvenimento della scala, ottimamente conservata, ha consigliato di intraprendere la liberazione della terminazione settentrionale dell'edificio, ai fini di una rifunzionalizzazione a scopo turistico di quel settore del monumento. Lo scavo ha portato alla scoperta di un setto murario continuo in funzione di spina, sul quale poggiavano le coperture massive, forse impostate ad altezze diverse; esso si interrompe con la testata irrobustita da blocchi squadrati a poca distanza dal muro d'ambito settentrionale, per consentire il transito dei frequentatori nelle due navate così definite.
In un momento successivo, quando probabilmente l'edificio era stato privato della copertura, vi si impiantarono attività artigianali, quali una probabile fornace, il cui piano di combustione, costituito da tegole riutilizzate a formare un'ampia struttura circolare, è singolarmente ben conservato, nonché un piccolo ambiente quadrato nell'angolo nord/orientale dell'edificio.
Dalla combinazione di questi dati con le stratigrafie recuperate nello scavo del vano scala si evince che l'edificio, eretto attorno al 100 a.C., come dimostrano materiali (ceramica a vernice nera ed elementi di decorazione architettonica fittile) e tecnica edilizia (paramenti murari in opera incerta), dovette essere presto destrutturato, fungendo ancora per alcuni decenni quale area artigianale e/o commerciale, prima del definitivo abbandono nel corso della media età imperiale.
Alessandro Betori
Bibliografia / Cartografia
- A. Nicosia, Fabrateria Nova (presso S. Giovanni Incarico - Frosinone) (Gruppo Archeologico Pontecorvo, Studi e Monografie, II), Pontecorvo 1977.
- A. Betori et alii, San Giovanni Incarico (Frosinone): ricerche topografiche e archeologiche sul sito di Fabrateria Nova, in G. Ghini, (cur.), Lazio e Sabina, 6, Atti del Convegno "Sesto Incontro di Studi sul Lazio e la Sabina (Roma, 4-6 marzo 2009)", Roma 2010, pp. 457-469.